NL N. 608 del 22 luglio 2022
L'Editoriale
Il falò delle vanità
Sarà un caso, ma nessuno vuole prendersi la responsabilità della caduta del governo Draghi. Tutti la stanno addossando agli altri: il Movimento 5 Stelle allo stesso Draghi, Forza Italia al Movimento 5 Stelle, la Lega, senza il minimo ritegno, al Partito Democratico. Non ci vuole certo Sherlock Holmes per scovare i colpevoli di questa folle crisi di governo, innescata dai pentastellati e portata a termine dal centrodestra, ma le motivazioni di quanto è accaduto non possono essere fatte risalire alla semplice dabbenaggine di parlamentari senza né arte né parte.
Quello a cui stiamo assistendo è un grande falò delle vanità, metafora che Tom Wolfe ha associato alla Wall Street degli anni ’80, e che potrebbe ben raccontare anche la spensierata e rovente estate della politica italiana. L’impressione è che il canto delle sirene del populismo abbia nuovamente raggiunto le orecchie sensibili di chi è convinto che il consenso non si costruisca mostrando responsabilità, ma cavalcando temi e proposte identitarie che entrano in sintonia con cittadini che vogliono sentirsi raccontare una realtà che corrisponda alle loro attese. In questo quadro, le parole ruvide di Mario Draghi non possono che suonare stonate e sgradevoli, anche se o proprio perché raccontano la triste realtà che i cittadini devono fronteggiare. Meglio allora accendere il falò delle vanità e dare libero sfogo alla sfrenata retorica della campagna elettorale, in cui vince chi ha il coraggio di spararla più grossa degli altri.
Al Senato si è celebrata la festa di chi sperava di uscire al più presto dalla gabbia della responsabilità per scorrazzare allegramente nelle praterie della propaganda, dove le fiamme del populismo possono divampare liberamente. Ma il falò delle vanità rischia di innescare un incendio che sarà poi difficile domare. La Lombardia non può considerarsi indenne da questo rischio. La campagna elettorale è già iniziata e rischia di bruciare tutto ciò che si trova di fronte. Il PD non si sottrae alla sfida, ma fa il tifo per i pompieri e non certo per i piromani.